narcisismo tra mito e realtà

Il disturbo narcisistico di personalità. Tra mito e realtà

Quando ho iniziato a leggere articoli che parlano di persone narcisiste e narcisismo su internet, mi sono reso conto rapidamente che molte delle informazioni condivise erano errate. Persone prive di credenziali in ambito di salute mentale etichettavano come narcisisti ex partner, amici e genitori abusivi senza avere una chiara idea di cosa significhi realmente questa diagnosi. Le loro descrizioni del disturbo narcisistico di personalità erano spesso così esagerate e irrealistiche da far sembrare i narcisisti come se fossero o supercriminali dei fumetti o supereroi.

Ecco alcuni dei commenti che ho visto ripetersi più e più volte come se fossero verità assolute:

  • “I narcisisti sono tutti esseri malvagi che predano le persone empatiche per rovinare loro la vita.”
  • “Non puoi resistere a un narcisista perché sono tutti incredibilmente sicuri di sé, attraenti e maestri della manipolazione.”
  • “Tutti i narcisisti tradiscono.”
  • “La psicoterapia non funziona con i narcisisti.”

Una varietà di questi miti sui narcisisti è stata accettata come verità perché ripetuta incessantemente su internet. In questo articolo descriverò sette miti comuni sul disturbo narcisistico di personalità che ho incontrato ripetutamente.

Alcuni di questi miti sono stati diffusi come verità da sedicenti esperti di narcisismo. Alcuni narcisisti estremamente grandiosi ed esibizionisti, privi di titoli o formazione validi in ambito di salute mentale, hanno deciso di essere i veri esperti del disturbo narcisistico di personalità e di avere intuizioni superiori a quelle degli specialisti qualificati. Questi autoproclamati esperti hanno prodotto centinaia di video e blog che diffondono molte informazioni errate e fuorvianti. A volte, questi video e articoli contengono qualche spunto utile sul disturbo narcisistico di personalità, ma questi sono sepolti sotto un cumulo di affermazioni infondate e supposizioni complesse.

La verità è più triste e semplice. I narcisisti sono persone che mancano di empatia emotiva, non riescono a vedere sé stessi e gli altri in modo realistico, stabile e integrato (mancanza di una visione globale dell’oggetto), sono incredibilmente egocentrici, danno grande valore ai successi e allo status e hanno sviluppato un disturbo narcisistico di personalità come adattamento alla loro infanzia. Tendono a sovrastimare le proprie capacità, idealizzare o invidiare chi ha più successo o uno status superiore e svalutare chiunque li critichi o che ritengano inferiore nella gerarchia sociale che considerano importante.

Sebbene alcune persone con disturbo narcisistico di personalità siano molto talentuose e possano avere successo in determinati ambienti lavorativi, questo disturbo limita gravemente la loro capacità di costruire relazioni soddisfacenti con gli altri. La loro vita è una continua ricerca di validazione esterna e perfezione.

Nota: utilizzo i termini narcisista, narcisistico e DNP come abbreviazioni per descrivere qualcuno che soddisfa i criteri per una diagnosi di disturbo narcisistico di personalità.

Perché queste descrizioni sul disturbo narcisistico sono così imprecise?

Come esseri umani, utilizziamo alcuni strumenti comuni per cercare di comprendere il comportamento strano degli altri. Nel caso dei narcisisti, tendiamo a proiettare su di loro il nostro stesso sistema di valori e a immaginare che le loro motivazioni siano simili alle nostre, se ci comportassimo come loro. Questo accade spesso a persone coinvolte in relazioni difficili, che si sentono abusate da un partner, un amico, un capo o un genitore, e stanno cercando di capire cosa stia succedendo.

Un altro tipo comune di miti sul narcisismo riguarda la tendenza a disumanizzare i narcisisti. Purtroppo, la maggior parte delle persone vede solo i loro comportamenti senza comprendere i problemi sottostanti che questi comportamenti cercano di affrontare. Ecco alcuni esempi:

Mito 1: Tutti i narcisisti sono estremamente sicuri di sé.

La realtà: Quella che sembra grandiosità e sicurezza in sé è in realtà una facciata difensiva, costruita per impressionare gli altri, stabilizzare un’autostima altalenante, gestire l’insicurezza e tenere lontani sentimenti di vergogna e autoodio.

Mito 2: Tutti i narcisisti vogliono intenzionalmente ferire chi li circonda.

La realtà: Spesso i narcisisti sono inconsapevoli del danno che causano. Il loro obiettivo è soddisfare i propri bisogni emotivi e pratici. Gran parte delle ferite che infliggono sono danni collaterali, non il loro scopo principale. Il loro vero obiettivo è ottenere conferme narcisistiche o difendersi da ciò che percepiscono come attacchi devastanti alla loro autostima e importanza.

Mito 3: Tutti i narcisisti sono sessualmente immorali.

La realtà: I narcisisti variano molto nei loro standard di comportamento. Alcuni non tradiscono mai il proprio partner, mentre altri sono bugiardi e si impegnano in comportamenti sessuali compulsivi.

Mito 4: Tutti i narcisisti sono maestri della manipolazione.

La realtà: Sebbene alcuni narcisisti siano abili strateghi e ottimi manipolatori a lungo termine, sono rari quanto i grandi giocatori di scacchi e non così diversi da loro. La maggior parte dei narcisisti si comporta più come un bambino che, attraverso tentativi ed errori, impara a ottenere ciò che vuole dai genitori. Approfittano della disponibilità altrui a cedere, ma se hai confini ben definiti, presti attenzione alla realtà e ti fidi del tuo giudizio, riuscirai a smascherare facilmente la maggior parte dei loro tentativi di manipolazione.

Mito 5: Tutti i narcisisti sono predatori.

La realtà: I narcisisti sono persone come tutti gli altri. Hanno bisogno degli altri per convalidare il loro valore personale. Il loro disturbo li porta a essere insensibili ai sentimenti e ai bisogni altrui. Questa combinazione di bisogno + insensibilità + egocentrismo spesso li rende eccessivamente egoisti e focalizzati solo su ciò che vogliono ottenere.

Mito 6: Tutti i narcisisti sono malvagi.

La realtà: I narcisisti possono comportarsi in modo dannoso, ma non sono intrinsecamente malvagi. Sono incapaci di avere relazioni intime soddisfacenti, ma molti di loro fanno anche del bene nel mondo. Molti ospedali, biblioteche, istituzioni culturali e scuole sono finanziati da narcisisti esibizionisti che ottengono il loro “nutrimento narcisistico” attraverso azioni di beneficenza. L’unica cosa che chiedono in cambio è che l’ala dell’ospedale o il teatro porti il loro nome in bella vista.

Mito 7: Tutti i narcisisti sono affascinanti.

La realtà: Alcuni narcisisti possono essere superficialmente affascinanti quando li incontri per la prima volta, ma altri sono noiosi e irritanti. I più carismatici sanno raccontare storie che rendono la loro vita affascinante e sanno come fare una buona prima impressione. Tuttavia, il loro fascino svanisce quando ti accorgi che ripetono sempre le stesse storie, non mostrano alcun interesse per la tua vita e usano le stesse tecniche con chiunque incontrino.

Come mi ha detto un mio cliente:
“Pensavo di essere speciale per lui perché mi mandava bellissimi biglietti di auguri per il mio compleanno e in tante altre occasioni. Ma un giorno, mentre ero a casa sua e cercavo una penna in un cassetto, ho trovato pile degli stessi identici biglietti che mi aveva inviato.”

Morale della storia: I narcisisti non sono né supereroi né truffatori. Sono persone problematiche, estremamente egocentriche, con una bassa empatia emotiva e una serie di altre problematiche narcisistiche, ossessionate dal mantenere un’autostima fragile. Purtroppo, i loro difetti narcisistici impediscono loro di costruire relazioni soddisfacenti e reciproche con gli altri.

Affrontare una relazione con una persona narcisistica richiede confini chiari, consapevolezza e gestione delle proprie emozioni. È fondamentale riconoscere che il narcisista tende a svalutare e cercare costante validazione, spesso senza considerare i bisogni altrui. Per proteggersi, è utile stabilire limiti fermi e non cedere a tentativi di colpevolizzazione o controllo. Evitare di cercare di cambiarlo è essenziale, poiché il narcisismo è una struttura di personalità radicata. Se la relazione diventa tossica o dannosa per il proprio benessere, valutare il distacco emotivo o fisico può essere la scelta più sana. L’aiuto di uno psicologo può offrire supporto e strategie per gestire al meglio la situazione.

Riferimenti: https://www.psychologytoday.com/intl

dott. Giovanni Zanusso – Psicologo psicoterapeuta a Montebelluna e Pieve del Grappa

ipocondria

Come Gestire l’Ipocondria: Strategie per Ritrovare Serenità e Benessere

L’ipocondria, attualmente classificata come disturbo d’ansia da malattia secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), è una condizione che può compromettere gravemente la qualità della vita. Si caratterizza per un’ansia eccessiva riguardo alla propria salute, accompagnata dalla tendenza a interpretare normali sensazioni corporee come segni di gravi malattie. Questo articolo esplora strategie di gestione supportate da evidenze scientifiche.


Il Ciclo dell’Ansia da Malattia

Chi soffre di ipocondria tende a monitorare ossessivamente il proprio corpo, cercando conferme dei propri timori (Barsky & Ahern, 2004). Questo porta a un ciclo di preoccupazione, ricerca di rassicurazioni, e temporaneo sollievo, seguito da una nuova ondata di ansia.

Strategie Basate su Studi Scientifici

1. Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)

La CBT è riconosciuta come il trattamento più efficace per il disturbo d’ansia da malattia (Taylor et al., 2017). Questa terapia si concentra su:

  • Identificare pensieri disfunzionali: Es. “Un dolore al petto significa un infarto”.
  • Sfidare e ristrutturare i pensieri: “Esistono molte altre cause, meno gravi, di un dolore al petto”.
  • Ridurre comportamenti di controllo: Come controllare ossessivamente i sintomi fisici.

2. Mindfulness e Riduzione dello Stress

Praticare la mindfulness può aiutare a ridurre l’ansia associata all’ipocondria. La mindfulness si focalizza sull’essere presenti nel momento, evitando di amplificare i pensieri catastrofici. Studi hanno dimostrato che la meditazione mindfulness riduce l’ansia generale e migliora la percezione dei sintomi corporei (McManus et al., 2012).

3. Limitare la Ricerca di Informazioni Sanitarie Online

La “cybercondria”, ossia l’ansia indotta dalla ricerca compulsiva di sintomi su internet, è collegata a un peggioramento dell’ipocondria (Starcevic & Berle, 2013). Ridurre il tempo dedicato a ricerche mediche può interrompere il ciclo di preoccupazione.

4. Educazione alla Salute

Capire il funzionamento del corpo e dei sintomi comuni può ridurre l’ansia. Ad esempio, sapere che dolori muscolari possono derivare da tensione nervosa, piuttosto che da gravi malattie, diminuisce l’interpretazione catastrofica dei segnali fisici (Hedman et al., 2016).

5. Esporsi Gradualmente alle Paure

L’esposizione graduata alle proprie paure, una tecnica comportamentale, consiste nell’affrontare situazioni temute senza ricorrere a controlli o rassicurazioni. Questo metodo aiuta a sviluppare una maggiore tolleranza all’incertezza (Weck et al., 2012).

6. Ridurre i Controlli Medici Inutili

Il ricorso frequente a visite ed esami diagnostici perpetua l’ansia, poiché il sollievo derivante da un esito negativo è temporaneo (Abramowitz et al., 2007). Imparare a fidarsi delle rassicurazioni mediche è cruciale per interrompere questo circolo.

7. Terapia Farmacologica

In alcuni casi, soprattutto quando l’ipocondria è associata a un disturbo d’ansia generalizzato o depressione, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) possono essere utili (Fava et al., 2000). Questi farmaci riducono i livelli complessivi di ansia.


Quando Cercare Aiuto

Se l’ansia da malattia interferisce significativamente con la vita quotidiana, è importante rivolgersi a uno psicologo o psichiatra. La diagnosi precoce e un intervento mirato possono prevenire la cronicizzazione del disturbo.


Conclusione

L’ipocondria non è “una mania”, ma un disturbo complesso che richiede comprensione e trattamenti basati su evidenze scientifiche. Grazie a interventi come la CBT, la mindfulness e l’educazione sanitaria, è possibile interrompere il ciclo dell’ansia e ritrovare un equilibrio. Non esitare a chiedere aiuto: un approccio professionale può fare la differenza.


Riferimenti

  1. Barsky, A. J., & Ahern, D. K. (2004). Cognitive behavior therapy for hypochondriasis: A randomized controlled trial. JAMA.
  2. Taylor, S., Asmundson, G. J., & Abramowitz, J. S. (2017). Treating health anxiety: A cognitive-behavioral approach. Guilford Press.
  3. Starcevic, V., & Berle, D. (2013). Cyberchondria: Towards a better understanding of excessive health-related Internet use. Expert Review of Neurotherapeutics.
  4. Hedman, E., Axelsson, E., Andersson, E., et al. (2016). Internet-based cognitive behavior therapy for severe health anxiety: Randomized controlled trial. British Journal of Psychiatry.
  5. Abramowitz, J. S., Olatunji, B. O., & Deacon, B. J. (2007). Health anxiety: Conceptualization, diagnosis, and treatment. Journal of Anxiety Disorders.
  6. Fava, G. A., & Sonino, N. (2000). Psychosomatic medicine: Emerging trends and perspectives. Psychotherapy and Psychosomatics.

dott. Giovanni Zanusso – Psicologo psicoterapueta a Montebelluna e Pieve del Grappa

Come superare la dipendenza da Brawl Stars

Brawl Stars è entrato in scena nel 2018 e ha incassato circa 200 milioni di dollari nei primi quattro mesi dalla sua uscita. Da allora il gioco continua a essere trà i più utilizzati ed è riuscito ad agganciare circa 87 milioni di giocatori su iOS e Android fino al 2020. Il successo del gioco non è per forza una lode poiché molte persone si sono lamentate in quanto sembra condurre a dipendenza, oltre alla comprensibile preoccupazione dei genitori per i propri figli che ne fanno utilizzo. Pertanto, siamo qui per fornire alcune delle soluzioni più efficaci per superare la tua dipendenza da Brawl Stars, per adulti e ragazzi.

Cos’è Brawl Stars?

Per coloro che sono giocatori accaniti e lottano contro la dipendenza da video games questa APP è sicuramente conosciuta. Tuttavia, è importante far sapere ai genitori a che cosa si trovano di fronte. Brawl Stars è un’arena di battaglia online multigiocatore, meglio conosciuta come MOBA, creata da Supercell. La stessa azienda che ha realizzato il gioco per cellulare di grande successo Clash of Clans. I giocatori hanno 22 personaggi diversi con cui giocare in terza persona e un gran numero di modalità di gioco tra cui scegliere. Consideralo come una versione cartoon più giocosa di Overwatch . Le partite durano in media 2-3 minuti, il che significa che è il passatempo perfetto per la pausa pranzo o l’attesa del treno.

Lo scopo della maggior parte delle modalità di gioco è eliminare i tuoi nemici il più velocemente possibile per distruggere o rivendicare l’obiettivo sul lato opposto della mappa. Le partite vengono generalmente giocate in formato 3v3, tuttavia esistono modalità di gioco che consentono l’azione in solitario e in coppia. Il gioco contiene un livello di violenza limitato da cartone animato sotto forma di spari con armi poco pratiche e munizioni stravaganti. Quindi, dal punto di vista di un genitore, non è il gioco particolarmente violento. Tuttavia, è il rischio per la dipendenza verso il gioco a destare preoccupazione.

Perché Brawl Stars crea così dipendenza?

Quando si tratta di sviluppare una dipendenza dai videogiochi, non si fa alcuna discriminazione. Naturalmente, ci sono alcuni fattori di rischio e predisposizioni personali che possono aumentare le probabilità che le persone sviluppino una dipendenza. Tuttavia, anche le persone che non si considerano giocatori incalliti tendono ad appassionarsi a questo gioco per ragioni che faticano a spiegare. Quindi, ecco alcune delle funzionalità più avvincenti di Brawl Stars che fanno sì che i giocatori rimangano costantemente connessi.

Poiché il gioco è gratuito, è quasi interamente monetizzato tramite microtransazioni, quindi ti vengono proposte offerte “vantaggiose” all’inizio del gioco. Solo 1,99€ per acquistare alcune gemme per migliorare il tuo personaggio sembra un affare. Ma, una volta fatto l’investimento iniziale, è allora che ci agganciano e il bias cognitivo inizia a insinuarsi.

Alcuni giocatori iniziano a lasciarsi attrarre dalle offerte di gemme per sbloccare personaggi che avrebbero impiegato ore di gioco. Anche quando i giocatori vogliono abbandonare il gioco, a volte i loro investimenti li spingono a giocare e questo è noto come fallacia dei costi sommersi (o sunk costs).

Questo è un bias (o errore) cognitivo che un tempo era utile inuna società di cacciatori-raccoglitori, ma ora lo è molto meno. Il bias ci fa dare la priorità alle cose in cui abbiamo investito risorse, che si tratti di tempo, energia o denaro. Il nostro investimento di tempo, denaro ed energia in Brawl Stars sarebbe uno spreco se semplicemente rinunciassimo a giocarci. Quindi continuiamo a giocare.

Giocando non ne aumentiamo il valore. Per creare guadagni in altri aspetti della vita, dobbiamo essere disposti ad accettare che i nostri investimenti nel gioco non ritorneranno, non importa quanto ci giochiamo.

Crescita e ricompense misurabili

In seguito alle transazioni in-game, il gioco fa un ottimo lavoro premiando costantemente i giocatori e dando loro obiettivi coerenti su cui lavorare. Ovviamente, il gioco contiene il metodo più popolare per sbloccare i contenuti, ovvero il Battle Pass System. Il metodo collaudato viene utilizzato in quasi tutti i giochi multiplayer come Fortnite, Call of Duty e PUBG. Ciò significa semplicemente che giocare fa guadagnare loro una qualche forma di esperienza che possono utilizzare per sbloccare i vari livelli del passaggio di battaglia.

Dietro ogni livello ci sono ricompense come personaggi, bottini e gemme che vengono visualizzate come una strategia carota e bastone. Superare i livelli può spesso aumentare la quantità di esperienza richiesta per passare alla ricompensa successiva, il che significa più tempo trascorso a giocare. Uno dei motivi principali per cui questo sistema crea così tanta dipendenza è il nostro innato desiderio di ottenere risultati. La maggior parte dei videogiochi avvincenti si muove sul confine sottile tra l’offrire una sfida e il farci sentire realizzati. Pertanto, le persone con dipendenza dai videogiochi vedono il gioco come la loro unica fonte di convalida e gratificazione. Il problema è che questo riduce la nostra capacità di svolgere i normali compiti difficili nella vita.

La maggior parte delle cose che vale la pena avere nella vita richiedono mesi o addirittura anni di duro lavoro costante, per il quale molti dipendenti dai videogiochi faticano a trovare la motivazione per lavorare. Il loro desiderio di ottenere risultati è ostacolato dal rapido successo che, in un attimo, possono ottenere caricando il gioco.

Purtroppo la dipendenza dai videogiochi ha una relazione con la depressione e uno dei fattori che contribuiscono è la sensazione di disperazione che provano alcuni tossicodipendenti. Quando trascorrono numerose ore giocando invece di lavorare su qualcosa da cui possono trarre ricompense nella vita reale, iniziano a sperimentare pensieri negativi che li fanno sentire incompiuti. L’unico momento in cui si sentono gratificati è quando giocano ai videogiochi e lì inizia il ciclo della dipendenza.

Uno dei metodi migliori per rompere questi modi di pensare è attraverso la CBT (Terapia cognitivo comportamentale) di cui parleremo più avanti.

Interazione sociale e intrattenimento

Giocare a Brawl Stars raramente viene fatto in solitaria. Per alcuni, giocare online con gli amici soddisfa il loro bisogno di interazione sociale. Lavorare insieme, parlare, ridere e vincere sembra tutto molto divertente e non si può negare che lo sia. Tuttavia, è quando queste interazioni online iniziano a prendere la priorità rispetto a quelle della vita reale, è allora che possono iniziare i problemi.

Uno dei sintomi della dipendenza dai videogiochi è l’isolamento sociale e gradualmente questo inizia a manifestarsi quando il gioco soddisfa il loro lato sociale. Ben presto le persone iniziano a trascurare i propri amici e familiari nella vita reale, perdendo date importanti, annullando programmi e semplicemente non essendo presenti. Nei casi in cui i giocatori sono molto giovani, ciò può avere effetti a lungo termine poiché le interazioni faccia a faccia sono essenziali per sviluppare le capacità comunicative richieste nella vita.

Il modo in cui consigliamo alle persone di uscire e ricominciare a socializzare è trovare attività alternative ai giochi . Unirsi a squadre sportive, frequentare lezioni di ballo o qualsiasi altra cosa ti piaccia può essere un ottimo modo per incontrare persone che la pensano allo stesso modo. Inoltre, per diventare più presenti nelle tue interazioni, nella tua famiglia e nei tuoi amici, ti suggeriamo di praticare la mindfulness. Ma più in seguito.

Segni e sintomi della dipendenza da Brawl Stars e videogiochi

Quando si cerca di identificare la dipendenza dai videogiochi è importante essere consapevoli dei principali segni e sintomi. Alcuni sintomi sono più evidenti di altri e possono variare in combinazione e gravità da persona a persona, quindi sii vigile.

Giocare per molte ore – In genere non ci piace definire la dipendenza dai videogiochi in base al numero di ore trascorse dai giocatori poiché a volte non è rappresentativo. La dipendenza dai videogiochi viene diagnosticata in base all’interruzione di varie aree di funzionamento nella vita della persona, tuttavia ci sono numeri che sono chiaramente malsani e distruttivi. In generale, più di 6 ore al giorno possono essere considerate eccessive e intralciare altre responsabilità della giornata.

Scarsa qualità del sonno – Telefonare prima di andare a letto di solito è una pessima scelta quando si tratta di dormire bene la notte, ma è stato dimostrato che i videogiochi hanno un effetto dannoso sulla qualità del sonno. Innanzitutto, l’adrenalina, la stimolazione e la concentrazione necessarie per giocare a Brawl Stars possono rendere difficile rilassare la mente e il corpo prima di andare a letto. Inoltre, è stato clinicamente dimostrato che l’esposizione alla luce blu emessa dagli schermi dei dispositivi digitali ritarda la produzione di ormoni essenziali per il sonno.

Calo delle prestazioni a scuola o al lavoro – Quando sei dipendente dai videogiochi, sono la tua priorità numero uno. Quindi le persone iniziano a trascurare compiti importanti che dovrebbero essere completati per lavoro. Inoltre, a causa della scarsa qualità del sonno, può rendere difficile concentrarsi e operare in un ambiente professionale o di apprendimento.

Ecco alcuni altri sintomi di cui dovremmo essere consapevoli:

  • Diminuzione della motivazione, dell’energia e dell’umore
  • Forti impulsi a giocare ai videogiochi
  • Trascurare le relazioni e le persone care
  • Mal di testa e affaticamento degli occhi
  • Ignorare importanti responsabilità per il gioco
  • Pensiero ossessivo ai videogiochi
  • Declino della salute mentale

I nostri utenti dovrebbero essere sempre consapevoli che alcuni di questi sintomi sono condivisi con altre condizioni di salute mentale in comorbilità come ansia, depressione e disturbo ossessivo compulsivo. Queste condizioni di salute mentale in comorbidità possono anche aumentare il rischio di sviluppare dipendenza dai videogiochi, pertanto invitiamo a consultare un professionista della salute mentale se questi sintomi sono molto gravi.

Come superare la tua dipendenza

Superare la dipendenza dai videogiochi non è come premere un interruttore e dire “Non gioco più ai videogiochi!” Anche se consigliamo di fare una pausa, probabilmente avvertirai sintomi di astinenza e voglia di giocare e questo è ciò che porta alla ricaduta. Pertanto ti forniremo alcuni dei metodi più efficaci e clinicamente testati per superare la tua dipendenza dai videogiochi.

Disintossicazione da Brawl Stars e altri videogames

La disintossicazione dai videogiochi significa assenza di Brawl Stars o di qualsiasi altro contenuto correlato ai videogiochi per almeno 90 giorni. Abbiamo bisogno di questa fase perché l’uso eccessivo dei videogiochi ha alterato le sostanze chimiche nel nostro cervello. Non c’è bisogno di preoccuparsi perché il nostro cervello può riprendersi completamente se gli diamo il tempo necessario lontano dai giochi di cui ha bisogno. In secondo luogo, utilizziamo questo periodo di disintossicazione per entrare in contatto con com’è la vita senza videogiochi. Nel mezzo della dipendenza dal gioco, molte persone potrebbero aver dimenticato i piaceri della vita di cui godevano prima dei videogiochi e questo offre l’opportunità di scoprirli o riscoprirli.

Comprendiamo che prendersi una pausa per 90 giorni può essere un’impresa enorme per coloro che fanno così tanto affidamento sui giochi, quindi in alternativa puoi provare a giocare con moderazione. Ti consigliamo comunque di iniziare una disintossicazione, ma se riesci a utilizzare alcune delle tecniche per cambiare il tuo rapporto con i videogiochi fin dall’inizio, allora utilizza sicuramente ciò che è più efficace.

Uno dei metodi per giocare con moderazione è organizzare la tua giornata attraverso un programma. Mappare ciò che pianifichi per la giornata e assegnare una fascia oraria assegnata per i giochi può aiutarci a renderci più produttivi. Inoltre, stabilire un programma aiuta a eliminare la noia e la procrastinazione che alla fine portano a giocare di nuovo.

CBT per la dipendenza da gioco

Come accennato in precedenza, possiamo attribuire gran parte della nostra dipendenza a pensieri negativi che mantengono il circolo vizioso del nostro comportamento. Tuttavia, la terapia cognitivo comportamentale o CBT è in generale il trattamento più efficace per la dipendenza dai videogiochi.

La CBT si concentra sulla trasformazione dei nostri pensieri negativi in ​​schemi di pensiero più sani. Si basa sul principio che i nostri pensieri, comportamenti e visione del mondo sono tutti interconnessi. Modificando il modo in cui pensiamo possiamo avere un effetto a catena sul modo in cui ci comportiamo e percepiamo le cose. La CBT viene abitualmente erogata durante la psicoterapia individuale.

Ecco un esercizio che consigliamo per aiutare a ridurre gli effetti dei pensieri negativi e dei sintomi di dipendenza.

Diario della gratitudine – Iniziare un diario della gratitudine aiuta a migliorare il modo in cui ci sentiamo riguardo a noi stessi e al mondo che ci circonda. Annotando le cose per cui siamo grati, aiutiamo a tenere traccia delle cose belle della nostra vita, prestando loro maggiore attenzione e apprezzamento.

Inizia scrivendo 5 cose per cui sei grato al mattino per iniziare la giornata. Potrebbe essere qualsiasi cosa, non importa quanto grande o quanto piccola. Potrebbe essere “Sono grato per il mio letto perché è un posto caldo e sicuro” o “Sono grato per le mie pantofole perché sono comode”. Potrebbe essere difficile pensare a queste cose, all’inizio, ma più ci esercitiamo più cose scoprirai di cui sei grato. Nota come il tuo umore generale aumenta quando mostri apprezzamento per ciò che hai.

Mindfulness

Uno dei problemi sopra menzionati di cui soffrono i dipendenti dai videogiochi è essere presente con i propri cari e prendere le decisioni corrette in nel momento presente. Fortunatamente la mindflulness è una pratica dedicata a spostare la propria attenzione nel momento presente concentrandosi sul respiro, sulle sensazioni corporee o sull’ambiente che ci circonda.

Uno degli obiettivi principali della minfulness è cercare di concentrarsi su una qualsiasi di queste sensazioni senza esprimere giudizi. Questo è più difficile di quanto sembri perché intrinsecamente siamo creature che giudicano, quindi ogni volta che le nostre menti iniziano a vagare, impegnamici per riportare la nostra attenzione sul respiro, sul corpo o sull’ambiente che ci circonda.

La mindfulness è una pratica ed è meglio esertitarsi attraverso la meditazione. Ad esempio attraverso audio guidati. Quando acquisisci sicurezza, puoi eseguirli da solo con la meditazione o con i suoni ambientali.

Il vantaggio della mindfulnes per la dipendenza dai videogiochi è che ci aiuta a essere più presenti con le persone che incontriamo e con coloro che amiamo. Aiuta anche a spostare la nostra attenzione dai pensieri negativi che creano dipendenza e a prendere le decisioni corrette coerenti con i nostri obiettivi di smettere o ridurre. La maggior parte dei programmi CBT contengono insegnamenti e meditazioni sulla mindfulness, quindi le loro applicazioni sono di vasta portata.

Se ritieni che le tue abitudini di gioco a Brawl Stars o altri videogames ti sia sfuggita di mano e stai cercando di smettere o ridurre, chiedici aiuto.

dott. Giovanni Zanusso – Psicologo psicoterapeuta a Montebelluna (TV) o Pieve del Grappa (TV)

Solitudine

Le conseguenze della solitudine sulla salute

Quali sono le cause e le conseguenze sulla propria salute del sentirsi soli e provare solitudine

La solitudine è un’emozione umana universale che è sia complessa che unica per ogni individuo. Poiché non ha un’unica causa comune, la prevenzione e il trattamento di questo stato mentale potenzialmente dannoso può variare notevolmente.

Ad esempio, un bambino solo, che lotta per fare amicizia a scuola, ha esigenze diverse rispetto a un adulto più anziano il cui coniuge è morto di recente. Per comprendere la solitudine, è importante esaminare più da vicino cosa intendiamo esattamente con il termine “solitudine”, nonché le varie cause, conseguenze sulla salute, sintomi e potenziali trattamenti.

Qual è la definizione di solitudine

Mentre le definizioni più comuni di solitudine la descrivono come una condizione di isolamento o di essere soli, in realtà è uno stato d’animo. La solitudine è definita dai ricercatori come la sensazione di sentirsi soli per più di una volta alla settimana.

La solitudine fa sì che le persone si sentano vuote, sole e indesiderate. Le persone sole spesso bramano il contatto umano, ma il loro stato d’animo rende più difficile stabilire connessioni con altri. La solitudine, secondo molti esperti, non significa necessariamente essere soli.

Ad esempio, una matricola del college potrebbe sentirsi sola nonostante sia circondata da coinquilini e altri coetanei. Un soldato che inizia la sua carriera militare potrebbe sentirsi solo dopo essere stato schierato in un paese straniero, nonostante sia costantemente circondato da altri membri delle truppe.

Quali sono le cause della solitudine

I fattori che contribuiscono al sentimento di solitudine includono variabili situazionali, come l’isolamento fisico, il trasferimento in un nuovo luogo o un divorzio. Anche la morte di qualcuno significativo nella vita di una persona può portare a sentimenti di solitudine. Inoltre, può essere un sintomo di un disturbo psicologico come la depressione (articolo).

La solitudine può anche essere attribuita a fattori interni come la bassa autostima. Le persone che non hanno fiducia in se stesse spesso credono di non essere degne dell’attenzione o del rispetto degl’altri, il che può portare ad isolamento e a solitudine cronica.

Quali sono i rischi per la salute associati alla solitudine

Solitudine e salute

La solitudine ha una vasta gamma di effetti negativi, diretti e indiretti, sulla salute fisica e mentale, come per esempio:

  • Alcolismo e uso di droghe
  • Alterate delle funzioni cerebrali
  • Progressione della malattia di Alzheimer
  • Comportamento antisociale
  • Malattie cardiovascolari e ictus
  • Diminuzione della memoria e dell’apprendimento
  • Depressione e atti suicidari
  • Aumento dei livelli di stress
  • Peggioramento dei processi decisionali
  • Abuso di internet e social media
  • Ludopatia e gioco d’azzardo patologico

Queste non sono le uniche aree in cui la solitudine paga il suo pedaggio. Gli adulti soli fanno meno esercizio fisico di quelli che non sono soli. La loro dieta è più ricca di grassi, il loro sonno è meno efficace e vivono maggior stanchezza durante il giorno (articolo). La solitudine interrompe anche la regolazione dei processi cellulari all’interno del corpo, predisponendoci all’invecchiamento precoce.

Cosa suggerisce la ricerca sulla solitudine

I ricercatori hanno scoperto che bassi livelli di solitudine percepita sono associati ad una condizione matrimoniale favorevole, redditi più alti e un’istruzione superiore. Livelli elevati di solitudine sono invece associati a sintomi di salute fisica peggiori e relazioni sociali ridotte e di bassa qualità.

Gli amici intimi aiutano a combattere la solitudine

I ricercatori suggeriscono inoltre che la solitudine sta diventando sempre più comune negli Stati Uniti. Dal 1985, il numero di persone negli Stati Uniti senza amici intimi è triplicato. L’ascesa di Internet e, ironia della sorte, i social media, sono parzialmente responsabili.

Gli esperti ritengono che non sia la quantità di interazione sociale che combatte la solitudine, ma è la qualità.

Avere solo tre o quattro amici intimi è sufficiente per scongiurare la solitudine e ridurre le conseguenze negative per la salute associate a questo stato d’animo.

La solitudine può essere contagiosa

Uno studio suggerisce che la solitudine può effettivamente essere contagiosa. In uno studio condotto per 10 anni, i ricercatori hanno esaminato come la solitudine si diffonda nelle relazioni sociali. I risultati hanno indicato che anche le persone vicine a qualcuno che sperimentava la solitudine avevano il 52% di probabilità in più di sentirsi sole.

Alcuni suggerimenti per prevenire e superare la solitudine

La solitudine può essere superata. Richiede uno sforzo consapevole da parte tua per apportare un cambiamento. A lungo termine, questo cambiamento può renderti più felice, più sano e consentirti di avere un impatto positivo sugli altri intorno a te.

Ecco alcuni modi per prevenire la solitudine:

  • Considera il servizio alla comunità o un’altra attività che ti piace. Queste situazioni offrono grandi opportunità per incontrare persone e coltivare nuove amicizie e interazioni sociali.
  • Aspettati il ​​meglio. Le persone sole spesso si aspettano il rifiuto, quindi concentrati su pensieri e atteggiamenti positivi nelle tue relazioni sociali.
  • Concentrati sullo sviluppo di relazioni di qualità. Cerca persone che condividano con te atteggiamenti, interessi e valori simili.
  • Riconosci che la solitudine è un segno che qualcosa deve cambiare.
    Comprendi gli effetti della solitudine sulla tua vita. Ci sono ripercussioni fisiche e mentali per la solitudine.

dott. Giovanni Zanusso

Pensieri ossessivi e disturbi d’ansia.

Uno dei sintomi più comuni dei disturbi d’ansia sono i pensieri ossessivi negativi. L’ansia rende quasi impossibile smettere di fissarsi su delle cose a cui non vorremo pensare. Questi pensieri sono raramente positivi, sono spesso legati alle tue paure o ad emozioni angoscianti, e in molti casi, la presenza del pensiero stesso provoca ulteriore ansia e porta ad ulteriori ossessioni.

I pensieri ossessivi sono il sintomo distintivo del disturbo ossessivo-compulsivo, ma ci sono tipi di pensieri “ossessivi” che sono presenti in una varietà di disturbi d’ansia che non necessariamente causano una diagnosi di DOC (disturbo ossessivo-compulsivo). Di seguito, vedremo alcuni esempi di questi pensieri ossessivi e di come essi influiscano su di te.

Tutti i tipi di ansia possono portare a pensieri ossessivi

L’idea di “ossessione” è che non puoi concentrarti su qualcosa di diverso da quel pensiero specifico, e non importa quanto tu ci provi, non puoi distrarti. Molte persone che non hanno disturbi d’ansia sperimentano tali pensieri ossessivi. Ad esempio, durante la tua prima cotta provata alle scuole superiori potresti aver provato pensieri ossessivi. L’affetto del tuo amato diventava tutto ciò a cui riuscivi a pensare.

Ma quando questi pensieri sono negativi e causano ansia e stress, allora è altamente probabile che tu abbia un disturbo d’ansia.

Le ossessioni del disturbo ossessivo compulsivo

Per poter diagnosticare il disturbo ossessivo-compulsivo è necessaria la presenza di pensieri ossessivi . Questi pensieri ossessivi sono spesso di natura violenta, sessuale, blasfema, o comunque che creano paura. Il pensiero può cambiare a seconda della situazione ma una volta che sono entrati nella tua mente, farai tutto il possibile per sbarazzartene.

Ecco alcuni esempi di pensieri ossessivi:

  • La paura di ammalarsi.
  • Il timore di essere contaminati da sporcizia.
  • L’immagine di ferire una persona cara o un estraneo.
  • La fissazione su qualche tipo di atto sessuale aggressivo.
  • La necessità di organizzazione o mettere gli oggetti in simmetria.
  • La preoccupati per piccole cose (ho chiuso a chiave la porta, ecc.).
  • Timore di essere omosessuali.
  • Timore di non amare il proprio partner.

Si noti che alcuni di questi pensieri sono ovviamente molto più angoscianti di altri. Ci sono alcune persone che hanno fantasie indesiderate su omicidio o stupro, mentre altre possono semplicemente temere costantemente di non aver spento la stufa. Ma una cosa che hanno tutti in comune è che causano un disagio significativo, e che una volta che il pensiero entra nella mente di una persona, diventa difficile uscirne.

Questo è ciò che provoca le compulsioni. Le compulsioni sono l’azione che la persona mette in atto per ridurre il pensiero ossessivo. Quando la persona teme i germi (ossessione), potrebbe aver bisogno di lavarsi le mani ripetutamente (compulsione). Quando la persona teme che la porta sia aperta (ossessione), potrebbe aver bisogno di verificarne la chiusura tre o più volte (compulsione) per placare quel timore.

Nel disturbo ossessivo compulsivo, queste ossessioni sono semplicemente pensieri indesiderati ed è altamente improbabile che si trasformino in una azione vera e propria.

È fondamentale ricordare che l’ansia genera naturalmente questi pensieri negativi. Il modo in cui l’ansia altera la chimica del tuo cervello rende molto difficile focalizzarsi sui pensieri positivi o su obiettivi futuro, e quindi non è colpa tua se non puoi distrarti da questi pensieri.

Più provi a fermarli… più ritornano.

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che sforzarsi troppo per “non” pensare a qualcosa può effettivamente farti pensare di più. Questo perché quando ti concentri sull’evitare un pensiero, stai ricordando al tuo cervello che il pensiero esiste, piuttosto che dimenticarlo semplicemente e andare avanti. È un modo paradossale di funzionamento del cervello.

Questo rappresenta un problema complesso per coloro che si devono sbarazzare di pensieri ossessivi da DOC. Se si prova troppa vergogna o paura per questi pensieri, cercheranno di non averli; e questo farà sì che abbiamo ancora più pensieri, lasciandoci intrappolati in un circolo vizioso.

Pensieri ossessivi in ​​altri disturbi d’ansia

È anche possibile sviluppare pensieri ossessivi associati ad altri disturbi d’ansia. Generalmente, questi non saranno così gravi o travolgenti come i pensieri nel disturbo ossessivo compulsivo, e probabilmente non svilupperai compulsioni come risultato, ma ci sono spesso alcune somiglianze tra entrambi i disturbi. Sarà il tuo psicologo a diagnosticare quali sintomi stai provando.

Ecco alcuni esempi di disturbi d’ansia con ossessioni:

Disturbo di panico. Coloro che soffrono di attacchi di panico possono sviluppare ipocondria o fobie per la salute. Possono anche temere gli attacchi di panico a tal punto che è tutto ciò a cui pensano. Gli attacchi di panico sono intensi sentimenti di ansia spesso accompagnati da mancanza di respiro, battito cardiaco accelerato, sudorazione, e paura che qualcosa di terribile stia accadendo.

Disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Le persone con il PTSD spesso si trovano a pensare ossessivamente ed eccessivamente riguardo al trauma che hanno vissuto o alla convinzione che l’evento traumatico si ripresenterà.

Fobie. Chi è affetto da fobie molto gravi può iniziare a pensare sempre più intensamente all’oggetto che provoca paura. Ad esempio, controllare i vestiti insistentemente cercando la presenza di ragni può rappresentare un’ossessione per la fobia.

Fobia sociale. Le persone che soffrono di fobia sociale si preoccupano eccessivamente di provare imbarazzo in situazioni sociali. In alcuni casi può essere un pensiero di qualcosa che è già accaduto, mentre in altri potrebbe essere pensare a cosa mi potrebbe accadere in futuro di imbarazzante.

Disturbo d’ansia generalizzato (GAD). Il GAD è un disturbo legato a numerose preoccupazioni. Ad esempio, preoccuparsi che tuo figlio sia in pericolo mentre è al college, oppure preoccuparsi per le finanze e per le relazioni sentimentali. Queste eccessive preoccupazioni possono prendere la forma di pensieri ossessivi se la loro presenza diventa persistente.

Quindi, mentre in generale il pensiero ossessivo è considerato il problema principale per chi è affetto da un disturbo ossessivo compulsivo, è qualcosa che può comunque influenzare anche altri tipi di disturbi d’ansia.

dipendenza da videogiochi

Dipendenza da videogiochi: sintomi e cura.

La dipendenza da videogiochi

Come posso capire se mio figlio è dipendente dai videogiochi? Quali sono i sintomi di della dipendenza da gioco? Come posso sconfiggere il gioco compulsivo? Queste alcune domande che spesso vengo poste ad uno psicologo per quanto riguarda la dipendenza da videogame o Gaming disorder.

Sebbene non tutte le associazioni mediche lo riconoscano come un disturbo diagnosticabile, la dipendenza da videogiochi è un problema molto reale per molte persone (L’OMS lo ha inserito di recente nella classificazione dei disturbi ICD) . Secondo l’Università del New Mexico USA, studi recenti suggeriscono che dal 6 al 15 percento della popolazione dei giocatori mostra segni che potrebbero essere caratterizzati come dipendenza. Anche se questo disturbo può avere conseguenze significative per coloro che ne soffrono, i suoi segni e sintomi possono talvolta essere molto difficili da riconoscere.

Esistono diversi tipi di dipendenze per i videogiochi?

Esistono due tipi principali di videogiochi e quindi due tipi principali di dipendenze da videogiochi. I videogiochi standard sono generalmente progettati per essere giocati da un singolo giocatore e comportano un obiettivo o una missione chiara, come, ad esempio, il salvataggio di una principessa. La dipendenza in questi giochi è spesso legata al completamento di quella missione o al raggiungimento di un punteggio elevato o di uno standard predefinito.

L’altro tipo di dipendenza da videogioco è associato ai giochi multiplayer online. Questi giochi sono giocati attraverso internet con altre persone e creano dipendenza perché generalmente non hanno una fine. I giocatori con questo tipo di dipendenza amano creare e diventare temporaneamente un personaggio online. Spesso creano relazioni con altri giocatori online come una fuga dalla realtà. Per alcuni, questa comunità potrebbe essere il luogo in cui si sentono i più accettati.

Quali sono le cause della dipendenza da videogiochi?

Molte cause contribuiscono alla dipendenza da videogame. Uno dei motivi principali per cui i videogiochi possono diventare così avvincenti è che sono progettati per essere così. I progettisti di videogiochi, come chiunque altro stia cercando di realizzare un profitto, sono sempre alla ricerca di modi per convincere più persone a giocare. Ci riescono creando un gioco abbastanza impegnativo da farti tornare di più, ma non così difficile che alla fine il giocatore si arrende. In altre parole, il successo di un giocatore spesso sembra fuori portata. A questo proposito, la dipendenza da videogioco è molto simile a un altro disturbo più ampiamente riconosciuto: la dipendenza da gioco d’azzardo o ludopatia.

Quali sono i segni del problema della dipendenza da videogiochi?

Come con qualsiasi altra dipendenza, anche quella da videogiochi ha segnali di avvertimento. È importante sapere come riconoscere questi segni se tu o qualcuno a cui tieni è un appassionato giocatore. Secondo l’Illinois Institute for Addiction Recovery, questi sintomi possono essere sia emotivi che fisici.

Quali sono i sintomi emotivi della dipendenza da videogiochi

Alcuni dei segni o sintomi emotivi della dipendenza da videogiochi includono:

  • Sensazione di irrequietezza e/o irritabilità quando si è incapaci di giocare
  • Preoccupazione con pensieri di precedenti attività online o anticipazione della prossima sessione online
  • Mentire ad amici o a familiari per quanto riguarda il tempo trascorso a giocare
  • Isolamento dagli altri per passare più tempo a giocare

Sintomi fisici della dipendenza da videogiochi

Alcuni dei segni o sintomi fisici della dipendenza da videogiochi includono:

  • Sensazione di affaticamento e fatica nel fare le cose
  • Emicrania dovuta a intensa concentrazione o affaticamento degli occhi
  • Sindrome del tunnel carpale causata dall’uso eccessivo di un controller o del mouse del computer
  • Cattiva igiene personale

Quali sono gli effetti a breve e a lungo termine della dipendenza da videogiochi

Come qualsiasi altro disturbo compulsivo, la dipendenza da videogiochi può avere gravi conseguenze. Sebbene la maggior parte dei sintomi sopra elencati abbia effetti a breve termine, possono portare a ripercussioni a lungo termine più gravi se non affrontati correttamente. Ad esempio, qualcuno dipendente dai videogiochi spesso eviterà di dormire o mangiare pasti adeguati per continuare a giocare. Mentre gli effetti a breve termine possono includere fame e affaticamento, alla fine potrebbe portare a un disturbo del sonno o a problemi di salute legati all’alimentazione. Allo stesso modo, coloro che si isolano dagli altri per giocare ai videogiochi possono perdere eventi familiari, uscite con gli amici o altri eventi. Se questo continua a essere un modello per un lungo periodo di tempo, tuttavia, i giocatori potrebbero ritrovarsi senza amici e incorrere in quella che ultimamente viene chiamata sindrome da ritiro sociale o Hikikomori.

Altri effetti a lungo termine della dipendenza da videogames sono le conseguenze finanziarie, di studio e professionali coinvolte. I videogiochi e le attrezzature per videogiochi possono essere molto costosi, soprattutto quando si tiene conto di costi fissi come la connessione Internet ad alta velocità richiesta per i giochi multiplayer online. Questi giochi possono anche richiedere molto tempo, lasciando ai giocatori dipendenti meno tempo per concentrarsi sulla propria istruzione o carriera.

Depressione e dipendenza da videogiochi

Due studi recenti riguardanti i legami tra dipendenza da videogiochi e depressione hanno mostrato una correlazione allarmante tra i due. Se soffri di entrambe le condizioni, è importante cercare aiuto in una struttura di trattamento in grado di affrontare entrambi i problemi. Se si tenta di trattare la dipendenza da videogioco senza trattare la depressione sottostante, è più probabile che la dipendenza si ripresenti.

Doppia diagnosi: dipendenza da videogiochi e abuso di sostanze

Poiché la dipendenza da videogiochi è collegata a depressione, insonnia e una generale mancanza di preoccupazione per la propria salute, non sorprende che l’abuso di sostanze sia anche un problema per molti giocatori che soffrono di questo disturbo compulsivo. Per coloro che soffrono di dipendenza da videogiochi e di abuso di sostanze, un trattamento adeguato è indispensabile per il recupero. Se tu o qualcuno che conosci soffre attualmente di uno o entrambi questi disturbi, cerca immediatamente una guida professionale.

Esiste una cura per la dipendenza da videogiochi?

Il trattamento per la dipendenza da videogiochi è simile a quello per altre dipendenze. La consulenza psicologica e la modifica del comportamento sono i mezzi principali per trattare i giocatori dipendenti. Insieme, la psicoterapia individuale e familiare sono potenti strumenti di trattamento.

Tuttavia, a differenza della droga o dell’alcol, i videogiochi sono spesso legati ai computer, che sono una parte fondamentale della vita della maggior parte delle persone. In questo modo, la dipendenza è simile a una dipendenza da cibo. Di conseguenza, alcuni centri di trattamento esplorano l‘uso controllato piuttosto che l’astinenza.

Non esiste una cura globale per la dipendenza da videogiochi. Come per l’alcolismo e la tossicodipendenza, la chiave è accedere al trattamento e rimanere consapevoli dei fattori scatenanti continuando a partecipare a gruppi di recupero, come i giocatori online anonimi.

Quali terapie per i dipendenti dai videogiochi

Gli esperti concordano sul fatto che gli stessi trattamenti utilizzati per chi soffre di altre dipendenze sembrano funzionare per i pendenti dai videogiochi. Di conseguenza, in genere raccomandano la consulenza e la psicoterapia, la terapia cognitivo comportamentale, i programmi in 12 passi e i farmaci, sia individualmente che in combinazione con altri metodi di trattamento.

La consulenza psicologica individuale e la consulenza familiare sono entrambe efficaci nel trattamento di un dipendente. Gli psicoterapeuti tentano di aiutare il dipendente a capire in che modo il gioco è legato alla propria scuola o al proprio lavoro, alle proprie emozioni e ai propri sentimenti, nonché agli obiettivi e alle ricompense del senso della vita.

Per quanto riguarda i programmi in 12 passi, la risorsa principale disponibile è Online Gamers Anonymous, un’organizzazione no profit fondata nel 2002.

Terapia cognitiva comportamentale comportamentale

Molti esperti raccomandano la terapia cognitiva e comportamentale come trattamento ideale per la dipendenza da videogiochi. La terapia consente al dipendente di spostare i propri pensieri, sostituendo quelli che portano al gioco compulsivo con schemi di pensiero più sani. Come suggerisce il nome, la terapia cognitivo comportamentale consente a una persona di modificare in meglio i propri pensieri, emozioni e comportamenti.

I terapeuti considerano la dipendenza una credenza o un modo di pensare che porta a comportamenti irrazionali, spesso non salutari. Iniziano il trattamento identificando e concentrandosi sui pensieri che avviano la catena della dipendenza e aiutano i dipendenti a iniziare la sua transizione da lì.

dott. Giovanni Zanusso – Psicologo psicoterapeuta

Fobie come guarire

Fobie e paure irrazionali

Come superare fobie e paure ingiustificate

Che cos’è una fobia? come posso smettere di avere paura per cose insignificanti? come è possibile superare la claustrofobia? devo prendere l’aereo ma ho una tremenda paura di volare, come faccio? Queste sono alcune delle domande che le persone si pongono riguardo alle fobie.

Quasi tutti abbiamo almeno una paura irrazionale, ad esempio dei ragni o del dentista. Per la maggior parte delle persone, queste paure sono insignificanti. Ma quando le paure diventano così gravi da causare forte ansia e interferire con la vita normale, vengono chiamate fobie.

Una fobia è un’intensa paura di qualcosa che, in realtà, rappresenta un pericolo scarso o nullo. Le fobie e le paure più comuni hanno a che fare con i luoghi chiusi, le altezze, guidare in autostrada, gli insetti volanti, i serpenti e gli aghi. Tuttavia si possono sviluppare fobie praticamente su qualsiasi cosa. Mentre la maggior parte delle fobie si sviluppano durante l’infanzia, alcune possono svilupparsi anche in età avanzata.

Se hai una fobia, probabilmente ti rendi conto che la tua paura è irrazionale, eppure non riesci ancora a controllare i tuoi sentimenti. Il solo pensiero dell’oggetto o della situazione temuti può renderti ansioso. E quando sei effettivamente esposto alla cosa che temi, il terrore è automatico e travolgente. L’esperienza è così snervante che potresti fare di tutto per evitarlo, scomodandoti o persino cambiando il tuo stile di vita. Se hai la claustrofobia, ad esempio, potresti rifiutare un’offerta di lavoro redditizia se devi salire in ascensore per raggiungere l’ufficio. Se hai paura delle altezze, potresti guidare 20 miglia in più per evitare un ponte alto.

Comprendere la tua fobia è il primo passo per superarla. È importante sapere che le fobie sono comuni. (Avere una fobia non significa che sei pazzo!) Aiuta anche a sapere che le fobie sono facilmente curabili. Non importa quanto sia fuori controllo in questo momento, puoi superare l’ansia e la paura e iniziare a vivere la vita che desideri.

Paure “normali” contro fobie o paure “irrazionali”

È normale e perfino utile sperimentare la paura in situazioni pericolose. La paura ha uno scopo protettivo, attivando la risposta automatica di “lotta o fuga”. Con i nostri corpi e le nostre menti vigili e pronti all’azione, siamo in grado di rispondere rapidamente e proteggerci. Ma con le fobie la minaccia è inesistente o fortemente esagerata. Ad esempio, è naturale avere paura di un Doberman ringhiante, ma è irrazionale essere terrorizzato da un barboncino al guinzaglio.

Ecco alcuni esempi di differenza tra normale paura e fobia.

Normale paura Fobia
Sensazione di ansia quando si vola attraverso la turbolenza o si decolla durante una tempesta.Non andare al matrimonio del tuo migliore amico perché dovresti volare per arrivarci.
Provare tremolio quando si scruta dall’alto di un grattacielo o si sale su una scala alta.Rifiutare un ottimo lavoro perché si trova al 10 ° piano dell’edificio
Diventare nervoso quando vedi un Pitbull o un RottweilerAllontanarsi dal parco per il timore di vedere un cane
Sensazione di nausea quando si deve fare una puntura o quando viene prelevato il sangueEvitare i trattamenti medici necessari o i controlli del medico perché sei terrorizzato dagli aghi

Paure normali nei bambini

Molte paure infantili sono naturali e tendono a svilupparsi in età specifiche. Ad esempio, molti bambini piccoli hanno paura del buio e potrebbero aver bisogno di una luce notturna per dormire. Ciò non significa che abbiano una fobia. Nella maggior parte dei casi supereranno questa paura man mano che diventeranno grandi.

Ad esempio, le seguenti paure infantili sono estremamente comuni e considerate normali:

  • 0-2 anni – Rumori forti, estranei, separazione dai genitori, oggetti di grandi dimensioni.
  • 3-6 anni – Cose immaginarie come fantasmi, mostri, oscurità, dormire da soli, rumori strani.
  • 7-16 anni – Paure più realistiche come lesioni, malattie, rendimento scolastico, morte, catastrofi naturali.

Se la paura di tuo figlio non interferisce con la sua vita quotidiana o causa loro molta angoscia, allora ci sono poche ragioni per indebite preoccupazioni. Tuttavia, se la paura interferisce con le attività sociali, il rendimento scolastico o il sonno di tuo figlio, potresti dover consultare un terapeuta qualificato.

Tipi comuni di fobie e paure

Esistono quattro tipi generali di fobie e paure:

  1. Fobie animali come la paura di serpenti, ragni, roditori e cani.
  2. Fobie dell’ambiente naturale come la paura delle altezze, dei temporali, dell’acqua e dell’oscurità.
  3. Fobie situazionali (paure innescate da una situazione specifica) inclusa la paura di spazi chiusi (claustrofobia), volare, guidare, tunnel e ponti.
  4. Fobia delle iniezione, sangue e lesioni, paura del sangue, malattie, aghi o altre procedure mediche.

Alcune fobie, tuttavia, non rientrano in una delle quattro categorie. Ad esempio la paura di soffocare, la paura di contrarre una malattia come il cancro e la paura dei pagliacci. Altre fobie comuni che non si adattano perfettamente a nessuna delle quattro categorie includono:

La fobia sociale, chiamata anche disturbo d’ansia sociale, è la paura delle situazioni sociali in cui potresti essere imbarazzato o giudicato. Se hai la fobia sociale, allora potresti essere eccessivamente auto centrato e avere paura di umiliarti di fronte agli altri. La tua ansia per come apparirai e cosa penseranno gli altri potrebbe portarti ad evitare certe situazioni sociali che invece ti piacerebbe frequentare.

La paura di parlare in pubblico – una fobia estremamente comune – è un tipo di fobia sociale. Altre paure associate alla fobia sociale includono la paura di mangiare o bere in pubblico, parlare con estranei, sostenere esami, socializzare a una festa o essere chiamati in classe.

Tradizionalmente si pensava che l’agorafobia comportasse la paura di luoghi pubblici e spazi aperti, ma ora si ritiene che si sviluppi come una complicazione degli attacchi di panico.

Se hai paura di avere un altro attacco di panico, diventi ansioso nel trovarti in situazioni in cui la fuga sarebbe difficile o imbarazzante. Ad esempio, è probabile che tu eviti luoghi affollati come centri commerciali o cinema. Puoi anche evitare auto, aeroplani, metropolitane e altre forme di viaggio. Nei casi più gravi, potresti sentirti al sicuro solo a casa.

Quali sono i sintomi della fobia

I sintomi della fobia possono variare da lievi sentimenti di apprensione e ansia a un attacco di panico in piena regola. In genere, più ti avvicini alla cosa di cui hai paura, maggiore sarà la tua paura. La tua paura sarà più alta se fuggire è difficile.

I sintomi fisici di una fobia sono:

  • Respirazione difficoltosa
  • Battito cardiaco accelerato
  • Dolore toracico o senso di oppressione
  • Tremori e brividi
  • Sensazione di vertigini o stordimento
  • Stomaco agitato
  • Vampate di calore calde o fredde; sensazioni di formicolio
  • Sudorazione

I sintomi emotivi di una fobia sono:

  • Sensazione travolgente di ansia o panico
  • Sensazione intensa di necessità di fuga
  • Sentirsi “irreale” o distaccato da te stesso
  • Paura di perdere il controllo o impazzire
  • Ti senti come se stessi per morire o svenire
  • Pur Sapendo che stai reagendo in modo eccessivo, ti senti impotente nel controllare la paura

Quando cercare aiuto per fobie e paure

Sebbene le fobie siano comuni, non sempre causano un notevole disagio o interrompono significativamente la tua vita. Ad esempio, se hai una fobia del serpente, potrebbe non causare problemi nelle tue attività quotidiane se vivi in ​​una città in cui è improbabile che tu ne incontri uno. D’altra parte, se hai una fobia grave di spazi affollati, vivere in una grande città costituirebbe un problema.

Se la tua fobia non influisce molto sulla tua vita, probabilmente non è nulla di cui preoccuparsi. Ma se evitare l’oggetto, l’attività o la situazione che scatena la tua fobia interferisce con il tuo normale funzionamento o ti impedisce di fare cose che altrimenti ti piacerebbe, è tempo di cercare aiuto.

Prendi in considerazione una terapia per la tue fobie se:

  • Causa paura, ansia e panico intensi e invalidanti
  • Riconosci che la tua paura è eccessiva e irragionevole
  • Eviti determinate situazioni e luoghi a causa della tua fobia
  • Il tuo eludere interferisce con la tua normale routine o causa un disagio significativo
  • La fobia è presente da almeno sei mesi

Come guarire da una fobia

Le strategie di auto-aiuto e la terapia possono entrambi essere efficaci nel trattamento di una fobia. Ciò che è meglio per te dipende da fattori come la gravità della fobia, la possibilità di accesso ad una terapia professionale e la quantità di supporto di cui hai bisogno.

Come regola generale, l’auto-aiuto merita sempre una prova. Più puoi agire per conto tuo, più ti sentirai di controllare la situazione, il che è molto importante quando si tratta di fobie e paure. Tuttavia, se la tua fobia è così grave da innescare attacchi di panico o ansia incontrollabile, potresti voler cercare ulteriore supporto.

La terapia cognitivo comportamentale per le fobie ha ormai una elevata evidenza clinica. Non solo funziona molto bene, ma tende a far vedere i risultati molto rapidamente. Avere qualcuno che ti tenga la mano o rimane al tuo fianco mentre affronti le tue paure può essere estremamente utile.

Ecco alcuni esempi di auto-aiuto per superare il problema delle fobie.

Suggerimento 1. Affronta le tue paure, un passo alla volta.

È naturale voler evitare le cose o la situazione che temi. Ma quando si tratta di combattere le fobie, affrontare le tue paure è la chiave per uscirne. Anche se l’evitamento può farti sentire meglio a breve termine, ti impedisce di apprendere che la fobia potrebbe non essere così spaventosa o travolgente come pensi. Il modo più efficace per superare una fobia è esporsi gradualmente e ripetutamente a ciò che si teme in modo sicuro e controllato. Durante questo processo di esposizione, imparerai a cavalcare l’ansia e la paura fino a quando inevitabilmente passa. Attraverso esperienze ripetute di fronte alla tua paura, inizierai a capire che il peggio non accadrà; non morirai o “perderai il controllo”. Ad ogni esposizione, ti sentirai più sicuro e sotto controllo. La fobia inizia a perdere il suo potere.

Suggerimento 2: impara a calmarti rapidamente

Quando sei spaventato o ansioso, avverti una varietà di sintomi fisici fastidiosi, come il cuore accelerato e una sensazione di oppressione. Queste sensazioni fisiche possono spaventare di per se stesse ed essere gran parte di ciò che rende la tua fobia così angosciante. Tuttavia, imparando a calmarti rapidamente, puoi diventare più sicuro delle tue capacità di tollerare sensazioni spiacevoli e affrontare le tue paure. Alcuni esempi di metodi per rilassarsi sono: la respirazione lenta e il rilassamento muscolare progressivo di Jakobson.

Suggerimento 3: sfida i pensieri negativi sulla tua fobia

Quando hai una fobia, tendi a sopravvalutare quanto sarà grave se sei esposto alla situazione che temi e sottovaluti la tua capacità di farne fronte. I pensieri ansiosi che innescano e alimentano le fobie sono generalmente negativi e non realistici. Scrivendo i pensieri negativi che appaiono alla tua mente mentre affronti qualcosa di fobico, puoi iniziare a sfidare questi modi di pensare inutili.

disturbo borderline di personalità

Il disturbo borderline di personalità

Panoramica sul disturbo borderline di personalità

Il disturbo borderline di personalità influisce sul modo in cui pensi e percepisci te stesso e gli altri ed è caratterizzato da instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé, dell’umore e da una marcata impulsività.

Chi soffre di un disturbo borderline di personalità ha un’intensa paura dell’abbandono o dell’instabilità e potrebbe avere difficoltà a tollerare il fatto di rimanere solo. Tuttavia rabbia inappropriata, impulsività e sbalzi d’umore frequenti possono allontanare gli altri, anche se si desidera avere relazioni amorevoli e durature.

Il disturbo di solito inizia dalla prima età adulta. La condizione sembrerebbe peggiorare in giovane età e gradualmente migliorare con il passare degl’anni.

Se hai un disturbo borderline di personalità, non scoraggiarti: molte persone con questo disturbo migliorano nel tempo e con un trattamento adeguato.

Segni e sintomi del disturbo borderline di personalità

Le persone con disturbo borderline di personalità possono sperimentare sbalzi d’umore e mostrare incertezza su come vedono se stessi e il loro ruolo nel mondo. Di conseguenza, i loro interessi e valori possono cambiare rapidamente.

Inoltre tendono anche a considerare gli eventi che accadono in maniera estrema, come totalmente buoni o cattivi. Anche le loro opinioni sulle persone possono cambiare rapidamente. Un individuo che viene visto come amico un giorno può essere considerato un nemico o un traditore il giorno successivo. Questi sentimenti mutevoli possono portare a relazioni interpersonali intense ma instabili.

Altri segni o sintomi:

  • Sforzi per evitare l’abbandono reale o immaginario, come l’avvio rapido di relazioni intime (fisiche o emotive) o l’interruzione della comunicazione con qualcuno in previsione di essere abbandonato.
  • Un modello di relazioni intense e instabili con la famiglia, con gli amici e con le persone care, che spesso vanno dall’estrema vicinanza e amore (idealizzazione) all’estrema antipatia o rabbia (svalutazione).
  • Immagine di sé distorta e instabile.
  • Comportamenti impulsivi e spesso pericolosi, come spese folli, sesso non sicuro, abuso di sostanze, guida spericolata e alimentazione incontrollata. Nota: se questi comportamenti si verificano principalmente durante un periodo di umore o energia elevati, possono essere segni di un disturbo dell’umore (disturbo bipolare, episodio maniacale o ipo-maniacale) e non di un disturbo borderline di personalità.
  • Comportamento autolesionistico, come il tagliarsi.
  • Pensieri ricorrenti di comportamenti suicidari.
  • Umore intenso e altamente mutevole, che dura da alcune ore a qualche giorno.
  • Sensazioni croniche di vuoto.
  • Rabbia inappropriata, intensa o problemi di controllo della rabbia.
  • Difficoltà a fidarsi, che a volte è accompagnata dalla paura irrazionale delle intenzioni di altre persone.
  • Sentimenti di dissociazione, come sentirsi tagliati fuori da se stessi, vedersi dall’esterno del proprio corpo o sentimenti di irrealtà.

Non tutte le persone con questo disturbo sperimentano tutti questi sintomi. Alcuni manifestano solo parte dei sintomi, mentre altri ne hanno molti. I sintomi possono essere scatenati da eventi apparentemente ordinari. Ad esempio, le persone con un disturbo borderline di personalità possono arrabbiarsi e angosciarsi per semplici e brevi separazioni da persone a cui si sentono vicine, come un viaggio d’affari. La gravità e la frequenza dei sintomi e la loro durata varieranno a seconda dell’individuo.

Quali sono i fattori di rischio del disturbo borderline di personalità

La causa del disturbo non è ancora chiara, ma la ricerca suggerisce che la genetica, la struttura e il funzionamento del cervello e i fattori ambientali, culturali e sociali svolgono un ruolo importante o possono aumentare il rischio di sviluppare un disturbo borderline di personalità.

Storia famigliare. Le persone che hanno un parente stretto, come un genitore o un fratello con il disturbo, possono essere maggiormente a rischio di sviluppare un disturbo borderline di personalità.

Fattori cerebrali. Gli studi dimostrano che le persone con un disturbo borderline di personalità possono avere cambiamenti strutturali e funzionali nel cervello, specialmente nelle aree che controllano gli impulsi e la regolazione emotiva. Ma non è chiaro se questi cambiamenti siano fattori di rischio per il disturbo o causati dal disturbo stesso.

Fattori ambientali, culturali e sociali. Molte persone con un disturbo borderline di personalità riferiscono di aver vissuto eventi traumatici della vita, come abuso, abbandono o avversità durante l’infanzia. Altri potrebbero essere stati esposti a relazioni instabili, invalidanti e conflitti ostili.

Sebbene questi fattori possano aumentare il rischio, ciò non significa che la persona svilupperà un disturbo borderline di personalità. Allo stesso modo, potrebbero esserci persone senza questi fattori di rischio che svilupperanno un disturbo borderline di personalità durante la loro vita.

Trattamenti e terapie

Il disturbo borderline di personalità è stato storicamente considerato difficile da trattare. Ma, attraverso dei nuovi trattamenti basati sulle evidenze scientifiche, molte persone con questo disturbo presentano un miglioramento della sintomatologia e una migliore qualità della vita. È importante quindi che le persone con un disturbo borderline di personalità ricevano un trattamento specializzato. Altri tipi di trattamento forniti da un medico o terapista che non è adeguatamente addestrato, potrebbero non essere utile alla persona.

Molti fattori influenzano il tempo necessario affinché i sintomi migliorino una volta iniziato il trattamento, quindi è importante che le persone con disturbo borderline di personalità e i loro cari siano pazienti e ricevano un supporto adeguato durante il trattamento.

I trattamenti descritti in questa pagina sono solo alcune delle opzioni che potrebbero essere disponibili per chi soffre del disturbo.

Psicoterapia per il disturbo borderline di personalità

La psicoterapia è il trattamento di prima linea per le persone con disturbo borderline di personalità. Un terapeuta può fornire un trattamento individuale o un trattamento in un ambiente di gruppo. Le sessioni di gruppo guidate dal terapeuta possono aiutare a insegnare alle persone con il disturbo a interagire con gli altri e come esprimersi efficacemente.

È importante che le persone in terapia vadano d’accordo e si fidino del loro terapeuta. La natura stessa del disturbo borderline di personalità può rendere difficile per le persone con questo disturbo mantenere un legame confortevole e fiducioso con il loro terapeuta.

Ecco due esempi di psicoterapia utilizzate per trattare il disturbo borderline di personalità:

Dialectical Behavior Therapy (DBT): questo tipo di terapia è stata sviluppata specificatamente per gli individui con disturbo borderline di personalità. La DBT utilizza concetti di consapevolezza, accettazione e attenzione alla situazione attuale e allo stato emotivo. La DBT insegna anche le abilità che possono aiutare:

  • Controlla le emozioni intense
  • Ridurre comportamenti autodistruttivi
  • Migliora le relazioni

Cognitive Behavioral Therapy (CBT): questo tipo di terapia può aiutare le persone con un disturbo borderline di personalità a identificare e cambiare credenze e comportamenti che sono alla base di percezioni imprecise di se stessi e degli altri. La Terapia cognitivo comportamentale può aiutare a ridurre una serie di sintomi dell’umore e dell’ansia e ridurre il numero di comportamenti suicidari o autolesionistici.

Farmaci

Poiché i benefici non sono chiari, i farmaci non sono in genere utilizzati come trattamento primario per il disturbo borderline di personalità. Tuttavia, in alcuni casi, lo psichiatra può raccomandare farmaci per trattare sintomi specifici come:

  • sbalzi d’umore
  • depressione
  • altri disturbi mentali concomitanti

Il trattamento attraverso i farmaci può richiedere di essere seguiti da più di un medico. Alcuni farmaci possono causare effetti collaterali diversi. Parla con il tuo medico di quelli che sono i tuoi sintomi negativi e di cosa aspettarti.

Alcuni suggerimenti per aiutare un amico o un parente con il disturbo borderline di personalità:

Offrire supporto emotivo, comprensione, pazienza e incoraggiamento: il cambiamento può essere difficile e spaventoso per le persone con un disturbo borderline di personalità, ma è possibile il miglioramento nel tempo.

Informati sui disturbi mentali, in particolare il disturbo borderline di personalità, in modo da capire cosa sta vivendo la persona con questo disturbo.

Incoraggia la persona amata che soffre per un disturbo borderline di personalità a chiedere aiuto ad un terapeuta.

Cerca tu stesso la consulenza di un terapeuta, per aiutarti a comprendere e sopportare le fasi critiche di chi ti sta vicino.

disturbo bipolare

Disturbo Bipolare, sintomi, diagnosi e cura.

Che cos’è il disturbo bipolare?

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), il disturbo bipolare è un disturbo caratterizzato da cambiamenti estremi di umore, pensiero, energia e comportamento. È anche noto come disturbo manico depressivo perché l’umore di chi ne soffre può alternarsi tra condizioni di mania (UP) e depressione (DOWN). Il cambiamento di umore può durare per ore, giorni, settimane o mesi.

Che cosa non è un disturbo bipolare

Questo disturbo NON è un vizio di carattere o un segno di debolezza personale.

Chi colpisce il disturbo bipolare

Il disturbo bipolare si trova in tutte le età, razze, gruppi etnici e classi sociali. Secondo i dati della National Comorbidity Survey Replication (NCS-R), questo disturbo colpisce circa undici milioni di americani a un certo punto della loro vita. Di solito inizia nella tarda adolescenza, spesso appare come depressione durante gli anni dell’adolescenza, sebbene possa iniziare nella prima infanzia o più tardi nella vita.

Sebbene un numero uguale di uomini e donne sviluppino il disturbo bipolare, la presentazione e il decorso della malattia differiscono tra i sessi. Uno studio di ricerca peer-reviewed pubblicato nella rivista accademica Psychiatric Clinics of North America nel 2003 ha identificato diverse differenze correlate al sesso relative al disturbo bipolare. In primo luogo, gli uomini tendono a iniziare la loro malattia con un episodio maniacale, mentre le donne iniziano con un episodio depressivo. Allo stesso modo, le donne sperimentano mania mista, episodi depressivi e cicli rapidi più spesso degli uomini.

Il disturbo tende ad avere caratteristiche di famigliarità e sembra avere una componente genetica. In effetti, un articolo pubblicato nella rispettata rivista accademica Neuroscience faceva riferimento al disturbo bipolare come “il più ereditabile dei disturbi medici”. La ricerca in corso cerca di identificare i geni specifici che predispongono a questa malattia.

Come la depressione e altre gravi malattie, il disturbo bipolare può anche influenzare negativamente partner, familiari, amici e colleghi di lavoro.

Quali sono le tipologie di disturbo bipolare

Diversi tipi di disturbo bipolare sono determinati da schemi e gravità dei sintomi UP e DOWN. Il DSM-5 identifica quattro tipi principali:

Il disturbo bipolare di tipo I è caratterizzato da uno o più episodi maniacali che durano almeno una settimana o sono così gravi che l’individuo richiede il ricovero in ospedale. Possono verificarsi anche episodi di depressione della durata di almeno due settimane e ipomania, insieme a stati misti (quando i sintomi della depressione e della mania o dell’ipomania sono presenti insieme).

Il disturbo bipolare di tipo II è caratterizzato da uno o più episodi depressivi accompagnati da almeno un episodio ipomaniacale. Gli episodi ipomaniacali hanno sintomi simili a episodi maniacali, ma sono meno estremi e non durano molto a lungo. Tuttavia, il comportamento della persona è chiaramente diverso dalla norma. Secondo uno studio del 2003, Il disturbo bipolare II è più comune nelle donne che negli uomini.

Il disturbo ciclotimico è caratterizzato da periodi di stati d’animo elevati (come la mania o l’ipomania) e periodi di umore depresso che durano da almeno 2 anni. Ciò che distingue il disturbo ciclotimico da I e II bipolari è la gravità dei sintomi – né gli stati d’animo elevati né depressi sono abbastanza estremi da soddisfare i criteri diagnostici per (ipo) mania o depressione. Ma questo NON significa che questo disturbo specifico non richieda trattamento.

Altri disturbi bipolari e correlati specificati e non specificati includono sintomi bipolari che non corrispondono ai criteri per il disturbo bipolare I, bipolare II o ciclotimico.

Quali sono i sintomi del disturbo bipolare

La maggior parte delle persone che hanno questo disturbo parlano di fasi “UP” e fasi “DOWN”. Queste oscillazioni possono essere gravi, che vanno dall’energia estrema alla disperazione profonda. La gravità degli sbalzi d’umore e il modo in cui interrompono le normali attività della vita distinguono gli episodi di umore bipolare dai normali cambiamenti dell’umore.

Sintomi della mania:
• Aumento dell’attività fisica, mentale ed elevata energia
• Umore alto, ottimismo esagerato e fiducia in se stessi fuori luogo
• Eccessiva irritabilità, comportamento aggressivo
• Diminuzione del bisogno di dormire senza provare affaticamento
• Discorsi, pensieri e fuga di idee
• Aumento dell’attivazione sessuale
• Comportamento spericolato

Sintomi della depressione:
• Tristezza prolungata o crisi di pianto inspiegabili
• Cambiamenti significativi nei ritmi di appetito e sonno
• Irritabilità, rabbia, preoccupazione, agitazione e ansia
• Pessimismo, perdita di energia, persistente letargia
• Sentimenti di colpa e inutilità
• Incapacità di concentrazione, indecisione
• Pensieri ricorrenti di morte

Quanto è comune nei bambini

Secondo uno studio longitudinale del 2007, quando un genitore ha questa malattia, il rischio che i suoi figli sviluppino disturbo bipolare è approssimativamente del 30-40% . Allo stesso modo, quando entrambi i genitori hanno il disturbo, il rischio che i loro figli lo sviluppino aumenta fino al 60%.

I sintomi possono essere difficili da riconoscere nei bambini perché possono essere scambiati per emozioni e comportamenti comuni per l’età. I sintomi possono apparire in una varietà di comportamenti.

Secondo l’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, fino a un terzo dei 3,4 milioni di bambini affetti da depressione negli Stati Uniti può effettivamente sperimentare l’insorgenza precoce del disturbo bipolare.

Quale cura per il disturbo bipolare

Esistono attualmente diverse terapie e molti nuovi trattamenti promettenti in fase di studio. Poiché il disturbo bipolare può essere difficile da trattare, si consiglia vivamente di consultare uno psichiatra o un medico generico con esperienza nel trattamento di questa disturbo.

La combinazione di farmaci e psicoterapia è la più efficace. I farmaci comuni sono:

  • Stabilizzanti dell’umore, come il litio.
  • Antipsicotici atipici, come la quetiapina, che possono trattare sia gli episodi maniacali che depressivi e aiutano a stabilizzare l’umore.
  • Antidepressivi, anche se non tutti con disturbo bipolare risponde bene agli antidepressivi. Questi farmaci possono innescare episodi maniacali in alcune persone.

Tipi di psicoterapia che possono aiutare una persona a gestire il disturbo bipolare:

Un approccio a lungo termine è di aiuto con tutti gli aspetti del trattamento per bipolare. Spesso è necessario provare vari trattamenti per trovare quello che funziona meglio.

psicologo insonnia

Insonnia

Cos’è l’insonnia?

Quasi tutti passiamo periodi di insonnia di volta in volta. Succede circa una volta all’anno. Questo è lo scotto da pagare per il fatto di essere umani e avere la capacità di preoccuparsi ed essere ansiosi per il futuro e ruminare del passato.

L’insonnia cronica è caratterizzata da difficoltà nell’addormentarsi o nel rimanere addormentati, o dal risveglio troppo precoce. Se ci mettete 30 minuti o più per addormentarvi, o se rimanete svegli per 30 minuti o più durante la notte almeno tre volte a settimana – per un mese o più – state ufficialmente soffrendo di insonnia. L’insonnia ha importanti effetti sull’umore e sulla vigilanza. Inoltre è classico un sintomo della depressione.

Alcuni sonniferi possono migliorare la qualità del sonno e la vigilanza del giorno successivo, ma il modo migliore per gestire l’insonnia è di non fare nulla; il meccanismo del sonno tende ad auto-correggersi, se ne ha la possibilità. I trattamenti più efficaci per l’insonnia cronica sono tecniche cognitivo-comportamentali che riducono l’ansia per il sonno e permettono al ciclo del sonno-veglia di regolarsi.

Sintomi di insonnia

L’insonnia può presentarsi in modi molti diversi. Le persone che soffrono di insonnia trovano difficile addormentarsi, si svegliano spesso nel cuore della notte avendo poi problemi a riaddormentarsi, si svegliano troppo presto al mattino o si svegliano sentendosi stanchi. L’insonnia può causare stanchezza durante il giorno e ridurre i livelli di energia. Gli individui con insonnia possono anche avere carenti capacità di fronteggiare le avversità della vita, difficoltà a prestare attenzione e concentrazione, problemi di memoria e difficoltà nell’eseguire anche semplici compiti di routine.

Ma soprattutto, l’insonnia colpisce il tono dell’umore. La mancata regolazione del ciclo sonno-veglia e la conseguente insonnia sembra essere una delle cause principali di innesco della depressione e dell’irritabilità.

Cause di insonnia

Lo stress è spesso la causa primaria dell’insonnia, ma ci sono anche condizioni fisiche che possono portare a questa condizione. Un medico dovrebbe escluderli prima. Ad esempio apnea notturna, ipertiroidismo, alcuni farmaci e problemi gastrointestinali, come il reflusso gastroesofageo.

La mancanza di sufficiente attività fisica durante il giorno può interferire con la regolazione del sonno come anche l’abuso di sostanze.

L’insonnia si verifica molto spesso in risposta a come le persone gestiscono una brutta nottata. Spesso si cerca di compensare un breve periodo di insonnia andando a letto più tardi, facendo un pisolino nel pomeriggio, bevendo qualche drink prima di andare a letto o andando a letto prima. Ma queste azioni riducono solo la naturale pulsione del sonno. Poiché il nostro cervello impara rapidamente ad associare la camera da letto allo stato di veglia, il circolo vizioso dell’insonnia assume presto una vita propria.

Alcune persone sono a rischio di insonnia in virtù di fattori ambientali quali il lavoro a turni e il jet lag. Anche le persone che non hanno abbastanza esposizione alla luce del sole durante il giorno possono avere problemi a dormire. Fattori come bere troppa caffeina o l’eccessivo riscaldamento in camera da letto possono interferire con il sonno.

Trattamenti per l’insonnia

Un breve episodio di insonnia è gestibile senza fare nulla di particolare. È importante non compensare rimanendo a letto più a lungo o sonnecchiando durante il giorno.

L’insonnia cronica risponde bene ai trattamenti cognitivo-comportamentali volti ad eliminare l’ansia e fermare i comportamenti che si concludono con il peggioramento e il perpetuarsi della condizione.

La terapia cognitivo-comportamentale si focalizza sui pensieri e le azioni che interrompono il sonno. Può includere un training al rilassamento per ridurre l’ansia. Si concentra sulla creazione di un programma del sonno che limita il tempo che si trascorre a letto da svegli.

Tutti i trattamenti efficaci per l’insonnia incoraggiano una buona “igiene del sonno” che spesso include:

  • Dormire e svegliarsi alla stessa ora ogni giorno (anche nei fine settimana)
  • Imparare tecniche di meditazione e praticarle prima di andare a dormire
  • Praticare un adeguato esercizio fisico durante il giorno
  • Limitare il consumo di caffeina e limitarlo al mattino
  • Evitare l’alcol, che è un grande disgregatore del sonno
  • Mantenere la camera da letto buia, soprattutto quando si invecchia
  • Mantenere la camera da letto fresca (e dormire sotto le coperte)

Leggi l’articolo su “Cinque consigli per addormentarsi velocemente”